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PROGETTO MARINAGRI

Interessi e amicizie nel villaggio vacanze costruito sul demanio

 

DAL NOSTRO INVIATO CATANZARO - E c' era questo e c' era quello. E tutti insieme cenavano e pranzavano, e organizzavano feste e incontri esclusivi. Per esempio, il procuratore di Potenza, Giuseppe Galante, e l' ex presidente del tribunale di Matera, Lazazzera. Entrambi grandi proprietari terrieri, oltre che magistrati. E guarda caso entrambi «vicini» a Marinagri, il super villaggio delle vacanze paragonato a Venezia perché costruito tutto sull' acqua. Galante, vicino fisicamente, poiché le sue proprietà sono confinanti con il super villaggio. Lazazzera vicino in tutti i sensi, perché socio di Marinagri. Non mancavano quasi mai nemmeno Giuseppe Chieco, procuratore di Matera, Felicia Genovese, pm antimafia di Potenza, e Pietro Gentili, ex colonnello dei carabinieri che guidava la sezione di polizia giudiziaria della procura di Potenza. Anche loro ne avevano motivo. Chieco, come titolare del procedimento penale su Marinagri, doveva pur acquisire una conoscenza ravvicinata di ciò che era oggetto delle proprie indagini. Genovese, anche lei titolare di un procedimento su Marinagri, ma per un presunto tentativo di estorsione da parte di politici ai danni del titolare del super villaggio, per le stesse ragioni investigative di Chieco. E Gentili per un sacco di motivi: prima di tutto, poteva considerarsi tra i «soci fondatori» di Marinagri per averci investito 100 mila euro cash, poi perché era diventato responsabile della sicurezza del villaggio, e infine perché da carabiniere era stato delegato dal pm Genovese a compiere alcuni atti d' indagine su Marinagri. Tutti ospiti di Vincenzo Vitale, presidente di Marinagri Spa, compreso il generale Di Napoli, ex comandante dei Carabinieri della Regione Basilicata. Che male c' era, del resto, a ritrovarsi lì, nel villaggio galleggiante, proprio nel punto in cui le acque del fiume Agri, dove una volta si allevavano cozze e anguille, si mescolano a quelle del mare Jonio? Dopo tutto, fino alla prossima inondazione c' è tempo. La mappa-calendario del Sistema informativo delle catastrofi idrogeologiche elaborata dal Cnr dice che qualche vacanza tranquilla, lì, ancora si può fare. I problemi, adesso, sono altri. E vengono tutti dalla procura di Catanzaro. Non tanto per la condanna subita in primo grado (in appello è stato assolto) da Vincenzo Vitale per il tentato omicidio del senatore Decio Scardaccione (che venne gambizzato, sostengono gli investigatori, per vicende connesse alla proprietà dell' area in cui si voleva realizzare il villaggio), quanto per l' ipotesi, avanzata dai magistrati calabresi, che Marinagri sorga su area demaniale, cioè pubblica, cioè di tutti. Si sospetta insomma che, attraverso la rocambolesca apparizione-sparizione di planimetrie e mappe catastali e altri documenti, ciò che era demanio sia diventato proprietà di Marinagri Spa. Un requisito importante, questo, per ottenere i quattrini pubblici del Cipe e per concludere l' accordo di programma con la Regione Basilicata, guidata dal centrosinistra, il cui presidente Filippo Bubbico è oggi al governo come sottosegretario allo Sviluppo economico. Quell' accordo di programma, che quando venne stipulato fu molto contestato e finì nelle mani del Commissario europeo all' Ambiente, secondo i giudici presenta molte falle. Non solo violerebbe le norme a tutela delle aree protette, ma sarebbe anche stato indebitamente finanziato dal Cipe.

Vulpio Carlo

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(26 febbraio 2007) - Corriere della Sera